La denuncia. Perché ora l’azzardo rischia di dilagare sul territorio
15 Feb 2025 - GIOCO D'AZZARDO

AVVENIRE | L’azzardo in Italia vale 160 miliardi di euro e minaccia di diffondersi sempre più sul territorio. Il dato a consuntivo del 2024, infatti, oltre a stabilire un nuovo record, sta quasi per raggiungere il livello toccato dalla spesa alimentare.
Il punto, secondo la denuncia lanciata dal Cnca, il Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, e dopo le numerose segnalazioni di Avvenire, è che con la bozza di decreto legislativo sul riordino del settore azzardo “fisico”, la diffusione di sale slot e centri scommesse nei Comuni anche più piccoli rischia di diventare impressionante.
Il testo prevede anche punti gioco non certificati, introducendo per questi una distanza di 200 metri dai punti sensibili che essa stessa individua, riducendoli solo alle scuole secondarie di secondo grado e ai SerD. Viene, quindi, ridotta la distanza anche per questi punti gioco, rispetto alla stragrande maggioranza delle leggi regionali vigenti, in più viene drasticamente ridotto il numero di luoghi sensibili.
In ultimo, si superano anche tutte le ordinanze sindacali di riduzione degli orari di apertura a tutela della salute pubblica, introducendo fasce orarie di chiusura differenziate per esercizi certificati e non. È del tutto evidente, spiega il Cnca, che in questo modo si continuerà a giocare durante tutta la notte e si aggirerà quanto prevedeva la Corte Costituzionale nella sentenza 220/2014, che attribuisce alle ordinanze del sindaco la possibilità di limitare gli orari di apertura delle sale da gioco.
Si rischia così di rendere vano il lavoro svolto da molte Regioni e Comuni che, in applicazione delle leggi regionali vigenti, hanno provveduto a chiudere o delocalizzare esercizi con gioco d’azzardo. Tutto questo, secondo le comunità d’accoglienza, è in netto contrasto con pressoché tutte le sentenze dei tribunali amministrativi, che hanno di fatto riconosciuto la titolarità delle Regioni a legiferare e la correlazione tra aumento di patologie e presenza di punti gioco sui territori.
Nel testo poi mancano alcune cose. Non c’è traccia, così come era già accaduto per il riordino del gioco d’azzardo online, di una riduzione della pericolosità dei giochi, così come non ci sono provvedimenti per quei giochi d’azzardo che risultano più facilmente infiltrabili dalla criminalità organizzata.
Ancora una volta gli interessi della lobby dell’azzardo prevalgono sulla salute pubblica e per mantenere l’entrata erariale. Questa riforma, tanto attesa per mettere ordine al settore, non tiene conto delle reali esigenze dei territori, tantomeno della tutela della salute e del benessere delle persone, soprattutto dei ceti più fragili. «Chiediamo, quindi, che venga modificata nella direzione che la campagna chiede da tempo: una legge quadro nazionale che ponga al centro la tutela della salute e la riduzione e regolamentazione dell’offerta, lasciando alle Autonomie locali la possibilità di ulteriori interventi» conclude il Cnca.