DUE PROGETTI, UN UNICO OBIETTIVO: RIPARTIRE, INSIEME, CON PASSIONE.
1 Apr 2022 - 18enni, Adolescenti, Adulti, Dialoghi, Giovani, PassidiSperanza, StiamoINsieme
A cura del Professor Damiano Meregalli
La pandemia che stiamo vivendo, con le conseguenti disposizioni e limitazioni, ha modificato in modo radicale la vita quotidiana delle persone, così come i contesti comunitari e il funzionamento dei servizi sociali ed educativi. L’isolamento prima e il distanziamento fisico poi, hanno concorso in modo decisivo alla lenta ma inesorabile corrosione della fiducia civile, così come dell’alleanza educativa tra le diverse agenzie ed istituzioni, a livello territoriale e nazionale. Le giovani generazioni sono sicuramente una delle categorie più colpite dallo stato di emergenza, forse non tanto in termini sanitari e medici, quanto piuttosto nei confronti della socialità.
La didattica a distanza, l’interruzione dello sport, la chiusura dei luoghi del tempo libero hanno limitato il movimento fisico ma soprattutto la possibilità di un confronto con l’alterità per la costruzione di una struttura personologica forte e proiettata verso il futuro.
Il bisogno di una vita relazionale ricca e dinamica, auspicabile per tutta la popolazione, esplode e si drammatizza tra i 18 e i 25 anni. L’esito è il disorientamento, sia riguardo la propria identità, con la conseguente chiusura nella realtà virtuale, sia rispetto al proprio avvenire segnato da sentimenti di grande incertezza. Nelle zone periferiche, tale precarietà aumenta esponenzialmente. La rarefazione delle risorse umane e relazionali, infatti, evidenzia il bisogno di un rinnovamento delle formule di progettualità educative inedite che aiutino i giovani a scoprire le loro potenzialità e a trasformarle in occasioni di possibilità. Secondo il documento redatto da Legambiente e Unioncamere del 2016, i «territori dei piccoli Comuni sono aggrediti più degli altri dalla crisi, evidenziando componenti economiche e sociali che rappresentano valori soglia di rischio, quando non di vera e propria dinamica di non ritorno». Nonostante questo dato oggettivo, è importante dare spazio al «dinamismo creativo progettuale» inteso come capacità di «fare rete» tra differenti istituzioni pubbliche, private e del terzo settore con l’obiettivo di favorire condizioni per uno «sviluppo integrale» del singolo e della comunità. In questa prospettiva, l’oratorio può ancora rappresentare un’espressione educativo – sociale per contrastare l’isolamento e la disgregazione delle fasce giovanili e per prevenire situazioni di abbandono scolastico e di esclusione sociale offrendo luoghi e tempi dove incentivare l’autonomia, la relazionalità e la realizzazione di una identità capace di stare, con coraggio, nella complessità del qui ed ora.
Il progetto «Giovani in cammino», finanziato da Regione Lombardia e Oratori Diocesi Lombarde, intende promuovere azioni di protagonismo e coinvolgimento giovanile per superare le difficoltà causate dal periodo storico attuale realizzando alleanze rigenerative.
Unendo creatività, passione educativa e competenza professionale, la Comunità Pastorale «Monti di Sera» (Caglio, Rezzago e Sormano) e l’Unità Pastorale Alta Valassina (Barni, Civenna, Lasnigo e Magreglio) situate nella provincia di Como, hanno ottenuto un finanziamento grazie alla realizzazione di due interventi educativi denominati «Orientylife» e «It’s possible». La prima azione è rivolta ai ragazzi e alle ragazze tra i 18 e 20 anni: attraverso il coinvolgimento delle scuole secondarie superiori si offre agli studenti di IV e V un itinerario laboratoriale residenziale di supporto all’orientamento alla scuola, al lavoro, alle scelte e di sviluppo delle abilità relazionali promosso da un team di professionisti del settore educativo. La seconda, invece, coinvolgerà i giovani a partire dai 21 anni attraverso il protagonismo attivo condiviso e la co-progettazione di possibili percorsi di promozione del territorio locale nonché di accompagnamento all’autonomia abitativa. Si vuole, quindi, ripartire insieme guardando al futuro con rinnovata speranza: da qui la scelta dello slogan «Raise me up». Le finalità dei percorsi possono essere riassunte mediante quattro parole-chiave.
1. Accorgersi. Scorgere con la mente e con il cuore. Capire, comprendere, intuire anche nell’assenza di parole, vedere. Pur nella fragilità e contraddittorietà della loro esistenza i giovani abbisognano di adulti che si rendano conto della loro presenza anche quando questa è segnata dal disagio e dalla sofferenza.
2. Accogliere. Dall’etimologia della parola latina ad e collǐgĕre «cogliere» e «raccogliere»: i giovani necessitano di incontrare adulti che si interessino alla loro vicenda personale, ai loro desideri, sogni, prospettive di vita e che sappiano cogliere il loro dolore e la loro sofferenza, facendosi compagni di viaggio.
3. Invitare. È una chiamata cortese, una convocazione discreta. I giovani devono essere messi nelle condizioni di esprimere le loro potenzialità e talenti compiendo delle scelte libere e consapevoli. Per fare questo, l’adulto deve prospettare un itinerario che li chiami ad essere “artefici di se stessi” dentro un legame con l’altro e la realtà circostante.
4. Accompagnare. È il verbo della comunità e della relazione fraterna: il cammino della vita lo si percorre insieme dove nessuno si deve sentire solo, nell’ottica del rispetto e nella valorizzazione delle vicende umane, alla ricerca del fine ultimo da attribuire alla propria vita.
La struttura prevede l’avvio di quattro fine settimana nei quali verrà approfondita una tematica legata all’orientamento. Il filo rosso di tutti gli appuntamenti è il seguente: 1. per orientarsi occorre conoscere le peculiarità individuali; 2. una volta compreso “chi sono”, viene avviato un itinerario per scegliere consapevolmente quale forma attribuire alla propria esistenza in base alle competenze e potenzialità; 3. individuato ciò che qualifica quello specifico essere umano, è possibile guardare alle occasioni professionali concrete che si presentano; 4. infine, analizzando la ricchezza storico-artistica-naturalistica del territorio nel quale il progetto si inserisce, è possibile individuare occasioni lavorative soddisfacenti.
Le progettualità intendono:
– sostenere la creazione di legami intergenerazionali (giovani/adulti) fondati sulla conoscenza delle potenzialità/peculiarità/fragilità che ogni fase della vita porta con sé;
– aiutare i giovani a diventare protagonisti attivi della loro esistenza attraverso un’azione di accompagnamento personale/comunitario alle scelte;
– consegnare ai giovani gli strumenti antropologici/culturali per rispondere al desiderio di felicità e di autonomia custodito in loro;
– creare una sana appartenenza aggregativa che stimoli la costruzione di una identità personologica solida e attenta alle sfide che il tempo contemporaneo porta con sé;
– sviluppare la competenza personale e sociale nonché di sviluppare la cittadinanza e l’imprenditorialità facendo riferimento al contesto culturale dove si vive/opera (cfr Raccomandazione UE, 22/05/2018).
Risulta chiaro che la prossimità della Comunità Cristiana nei confronti dei giovani, l’ascolto delle loro inquietudini e speranze, l’accompagnamento a scorgere, anche in questo «tempo sospeso», una méta verso la quale poter dirigere i passi attraverso la testimonianza appassionata di adulti che si lasciano interpellare dalla loro storia personale, permette ai partecipanti di sentirsi guidati «sulle vie della vita» e spronati a rispondere a quella vocazione esistenziale, personale ed unica, per la quale sono stati chiamati alla vita. È una sfida. Certo. Ma per ripartire occorre osare. Sempre.
Damiano Meregalli, coordinatore scientifico dei progetti «Orientylife» e «It’s possible», è dottore di ricerca in Pedagogia/Education. Attualmente è docente incaricato di Didattica e Pedagogia dell’integrazione presso l’Università di Aosta e di Teoria e progettazione educativa presso l’Università degli studi di Torino, dove ha collaborato alla formazione dei docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado (TFA, PAS). È referente dei progetti per la promozione del benessere degli alunni e per la ricerca di percorsi didattici inclusivi in alcuni istituti scolastici della provincia di Milano. Segue la formazione degli educatori dei preadolescenti e adolescenti di diverse comunità pastorali della Diocesi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Come un viandante (Milano, 2021), Abitare la solitudine (Milano, 2017), L’inquietudine umana (Milano, 2014).