L’INCONTRO CON DANIEL ZACCARO

6 Mar 2022 - 18enni, Adolescenti, Adulti, Dialoghi, Giovani, Oratori

L’INCONTRO CON DANIEL ZACCARO

A cura di Luca Alpigiani giovane studente, educatore, artista appassionato giovane capace di unire l’arte dei linguaggi artistici e metterli al servizio dei ragazzi, del prossimo.

Domenica 27 febbraio 2022 la parrocchia di San Pietro Apostolo e San Carlo Borromeo ha avuto la possibilità e il privilegio di ospitare nel suo splendido oratorio rinnovato e recentemente ristrutturato, Daniel Zaccaro, dottore in Pedagogia, educatore ed ex carcerato che, con grande impegno personale e grazie a incontri preziosi con persone capaci di offrire il giusto stimolo per orientarsi verso una vita migliore, si è dimostrato in grado di uscire dalla spirale in cui era dolorosamente precipitato per rinascere a vita nuova e offrire tutto se stesso al servizio di tanti giovani sconfitti dalla vita, nel tentativo di offrire loro valida cura.

La vicenda di Daniel è raccontata nel libro “Ero un bullo”, scritto da Andrea Franzoso e recentemente pubblicato per De Agostini.

Nato da un’umile famiglia del quartiere milanese di Quarto Oggiaro e cresciuto in un ambiente dominato dalle inesaudibili aspettative paterne e dalla lontananza materna, Daniel cade presto preda del fascino della violenza e della criminalità, fascino sicuramente rafforzato dagli abitanti del suo quartiere che facevano del crimine uno strumento di realizzazione sociale e vedevano nelle istituzioni un crudele nemico da ingannare e combattere. Iniziò coì con i primi atti di bullismo nei confronti dei compagni di scuola e approdò presto a crimini più gravi tra cui furti e violenza a danni di coetanei e rapine in banca, grazie alle quali riusciva ad accaparrarsi quel tanto agognato bottino che gli permetteva di “farsi un nome” tra la gente di Quarto Oggiaro e di ricevere il riconoscimento sociale cui ogni adolescente ambisce. Per questi crimini fu presto arrestato dalle forze dell’ordine e condotto prima nel carcere minorile “Cesare Beccaria”, poi al carcere “San Vittore”, all’interno dei quali intraprese un percorso di crescita umana guidato e stimolato in modo particolare dall’incontro con tante persone “belle” capaci di innescare in lui la volontà di riscattarsi di fronte alla società. La psicologa, l’educatrice, i volontari e i lavoratori del carcere, gli amici e soprattutto Don Claudio Burgio, cappellano del Beccaria e responsabile della comunità Kayros, di cui Daniel fu ospite, permisero a Daniel di reinserirsi in società, di completare gli studi, di aiutare il prossimo… in poche parole, di divenire la parte migliore di sé stesso. Daniel ora è laureato in pedagogia e lavora presso diverse comunità, aiutando, con le sue conoscenze e la sua esperienza di vita, tanti giovani, vittime di un mondo che li ha troppo spesso ignorati, rendendoli facile preda del crimine, a crescere e reinserirsi in società.

Una storia di rinascita, di legalità, di giustizia e di servizio quella raccontata da Daniel durante l’incontro della scorsa domenica nel corso della quale, in seguito all’intervento di Anna Polgatti e Mariavittoria Bazzocchi, educatrice e assistente sociale presso la Casa del giovane di Pavia, che hanno aperto la giornata, adolescenti e adulti hanno avuto l’opportunità di rivolgere grandi domande su importanti temi della nostra società e del mondo dei giovani: storie di sofferenza trasformate in occasioni di forza e disponibilità, la fiducia nelle istituzioni e nei nostri punti di riferimento, l’amicizia e l’affettività, la morale personale in rapporto al concetto di giustizia e ai principi etici condivisi dalla collettività sono le tematiche principali emerse durante il confronto e alle quali Daniel ha saputo rispondere affiancando alla riflessione teorica e concettuale, la propria esperienza di vita, dando così concretezza alle riflessioni degli uditori. E proprio concretezza è la parola-chiave che riecheggiava nel discorso in cui Daniel ci offriva la propria soluzione educativa: una soluzione fatta di incontri, di volti, di testimonianza, di servizio, una soluzione che, anteponendo le persone ai principi, le peculiarità del singolo ai progetti di recupero generalizzati, si propone di valorizzare l’unicità dei giovani e di offrire loro adeguati stimoli affinché, nel rispetto della loro libertà e delle conseguenze della scelta, una volta giunto il momento opportuno, sappiano riprendere in mano la propria vita per riconoscere e valorizzare la meraviglia che essa già rappresenta.

Proposte pragmatiche e audaci quelle presentateci da Daniel, che hanno ispirato le menti degli uditori, degli educatori e dei sacerdoti, in modo particolare di Don Gabriele Pelosi che, in un incontro serale, tenutosi lo stesso giorno e rivolto ad un gruppo di adulti della parrocchia, ringraziava Daniel per le sue parole e invitava tutti coloro che, attivi in ambito educativo, si occupano dei più giovani a eseguire un’importante opera di consapevolezza e discernimento circa le loro necessità educative e a mostrarsi coraggiosi per portare, dalla comunità fin dentro le istituzioni, importanti opere di rinnovamento della pratica pedagogica, affinché la società possa compiere ulteriori passi incontro ai ragazzi, offrendo loro adeguati strumenti per divenire la parte migliore di sé e vivere una vita autentica, degna di essere vissuta.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  Scrivimi su WhatsApp!